La solita nebbiolina avvolge il profilo dei palazzi di Los Angeles anche se il tempo sembra volgere al meglio… saliamo su Crazy in direzione UCLA, la sede cittadina della University of California: attraversiamo l’immenso campus in macchina ma non ci fermiamo in quanto trovare un parcheggio risulta pressoché impossibile. Siamo comunque impressionati dalla fiumana di ragazzi che si dirigono nei vari dipartimenti e dalla quantità di impianti sportivi del campus universitario… siamo proprio in America! Dopo aver passato l’infinita distesa di croci del cimitero militare Los Angeles National Cemetery, ci avventuriamo per le strade tutte a curve che si inerpicano sulla collina di Bel Air. Percorriamo strade dai nomi italiani – la classica Bellaggio Road ma anche rimandi più improbabili quali Stradella Road o Cecina Way! – fiancheggiate da case di multimilionari nei più diversi stili architettonici, dalla villa palladiana al cottage inglese fino a uno stile più spagnoleggiante, tutte con giardini curatissimi e fuoriserie parcheggiate all’ingresso. Ci sembra di vivere in un film! Anche qui verifichiamo che tutte le case americane, siano esse semplici villette o magioni di star del cinema, sono fondamentalmente costruite con pannelli di legno (ne abbiamo la prova vedendo alcuni edifici in costruzione) e tetti in laminato… davvero cosa strana!

Ridiscendiamo verso Sunset Boulevard e spesso ci fermiamo a lato strada per fotografare alcune ville che, in questa parte di Beverly Hills, sembrano essere ancora più sfarzose per quanto possibile. Dopo la visita a casa di Vasco di ieri, non poteva mancare una puntatina a casa Canalis, proprio vicino a Sunset Boulevard. Pur essendo un’abitazione di tutto rispetto (stiamo diventando esigenti!), se paragonata agli sfarzi delle magioni precedenti ci appare come una casa modesta e in una location non particolarmente accattivante, così vicina al trambusto della Sunset; cerchiamo di farci notare dalle telecamere della videosorveglianza e attendiamo qualche minuto davanti al cancello ma, dell’Elisabetta nazionale, nemmeno l’ombra! Poco male… ci aspetta Hollywood Boulevard e la Walk of Fame! Dopo un veloce ma salutare pranzo da ‘Greenleaf Gourmet Chopshop’, riprendiamo Crazy per immergerci nel silenzio ovattato dell’Hollywood Forever Cemetery che, oltre ad avere la particolarità di avere tra i propri “ospiti” alcuni personaggi famosi tra attori, registi, cantanti e altri divi di Hollywood, ha quella di poterlo percorrere in macchina al suo interno; assomiglia più ad un parco o un insieme di sculture commemorative di diversi stili piuttosto che un cimitero come siamo abituati a pensarlo noi. Poco dopo, ci ributtiamo nella confusione e iniziamo a percorrere in lungo e in largo la Walk of Fame, il marciapiede su cui campeggiano le famose stelle con i nomi di celebrità onorate per il loro contributo allo star system e all’industria dello spettacolo statunitense, non disdegnando del sano shopping nei numerosi negozi di souvenir che qui hanno prezzi particolarmente vantaggiosi se paragonati al resto della città e ancora di più ad altri luoghi californiani. Siamo felici e positivamente esaltati dalle belle sensazioni che questo luogo ci trasmette: ne avevamo un ricordo piuttosto negativo e decadente, legato alla breve e frettolosa visita fatta dieci anni fa alla fine della lunga cavalcata percorrendo la Route 66. Forse allora eravamo stanchi o semplicemente tristi per la fine di quel viaggio che tanto avevamo sognato; ora, invece, ne apprezziamo a pieno la vitalità e l’atmosfera da parco giochi per adulti al limite del kitch ma… “this is Hollywood”!

Torniamo sui nostri passi e, con Crazy, puntiamo indietro verso Beverly Hills che, a conti fatti, ci sembra il posto più bello visto finora perché racchiude un po’ tutto: da silenziose vie residenziali fiancheggiate dai verdi giardini e ville pazzesche, allo sfarzo dei negozi della zona di Rodeo Drive. Tutto è opulento, elegante e curatissimo e talmente popolato da Ferrari e Rolls Royce che una semplice Porsche quasi sfigura! Davvero top! Dopo una passeggiata in Via Rodeo, una vietta pedonale in stile italiano in cui si concentrano molti marchi del lusso, riprendiamo la macchina e ci prepariamo alla solita transumanza verso il nostro hotel: le distanze a Los Angeles (e soprattutto i tempi di percorrenza) sono mostruose ma bisogna pur sempre considerare che è uno degli agglomerati urbani più grandi del mondo, tanto più che alcuni sui distretti (come Santa Monica o la stessa Culver City in cui è situato il nostro hotel) sono vere e proprie città nella città, con una propria municipalità e con abitanti pari a una media città di provincia italiana. Poco lontano dall’hotel, gironzolando a piedi lungo Sepulveda Boulevard, identifichiamo un ristorante greco di poche pretese ma che subito ci riporta ai sapori a noi più cari: falafel, hummus, tzatziki e moussaka… cosa volere di più? Dopo cena passeggiamo per le vie scarsamente illuminate di Culver City, un’immensa distesa di casine modeste ma dignitose, dai giardini spesso non recintati come è d’uso in America; immaginiamo e ragioniamo su come possano vivere qui le persone, in un luogo dai così forti contrasti, in cui però si ha l’impressione di trovarsi in una terra che sa ancora di frontiera.

Itinerario: Ramada Culver City – Bel Air – Beverly Hills – Hollywood – Ramada Culver City (Km. 51)

Pernottamento: Ramada by Wyndham Culver City