Dopo aver fatto colazione in Jaffa Road, ci dirigiamo verso il quartiere ortodosso di Gerusalemme (Mea Shearim) e, anche qui, scopriamo davvero un mondo parallelo: vari cartelli invitano le persone a vestirsi in maniera consona al luogo, mentre siamo circondati da numerosi personaggi che, così vestiti, avevamo visto praticamente solo nel film “Unorthodox”: lunghe barbe, giacche nere e camicie bianche e grossi cappelli. Lasciamo la zona, caratterizzata da case alquanto fatiscenti, per fare ritorno a Jaffa Gate e inoltrarci, ancora una volta, nella città vecchia. Arriviamo al Muro del Pianto sotto un sole cocente e qui la Musla deve dividersi dal Max e dal Muslo in quanto vi sono entrate separate per uomini e donne. E’ una sensazione molto particolare trovarsi in questo luogo così sacro ad osservare tutte queste persone che, pregando, ondeggiano con la testa avanti e indietro, infilando bigliettini di preghiera nel muro. Nella pausa per il pranzo addentiamo gustosi falafel in un baretto del quartiere ebraico ed assistiamo a un fastidioso episodio di bullismo tra una gang di ragazzini ebrei ortodossi nei confronti di un ragazzino arabo; è indubbio che vi sia molta tensione fra le due religioni e che fin da piccoli si matura un odio duraturo nei confronti dei propri simili.

Ci addentriamo poi nel quartiere musulmano, quasi travolti dall’ondata di persone che punta alla Spianata delle Moschee per la preghiera del venerdì; iniziamo a percorrere la Via Dolorosa in cui sono riconoscibili le varie stazioni del calvario fino ad arrivare alla Basilica del Santo Sepolcro, laddove succede il “fattaccio” che, inevitabilmente, segnerà le ultime ore di questa vacanza in Terra Santa: il Muslo mette male un piede mentre cammina sul selciato scivoloso, proprio all’ingresso della basilica, capitombola ma soprattutto si sloga una caviglia che, in men che non si dica, si gonfierà fino a diventare uno zampone! Molto dolorante e impossibilitato a camminare, il Muslo viene abbandonato senza pietà su un gradino di Jaffa Gate mentre la Musla e il Max gironzolano ancora un po’ per i vicoli della città vecchia, notando ancora una volta che il quartiere ebraico viene mantenuto sicuramente più in ordine rispetto a quello musulmano. Le condizioni del Muslo peggiorano e quindi facciamo ritorno in hotel in taxi… la Musla e il Max salgono sulla panoramicissima torre del nostro hotel, da cui si gode una spettacolare vista del tramonto sulla città vecchia. Il Muslo è abbandonato sul letto nella stanza d’albergo, sofferente. E tale è il dolore e lo scoramento che risulta anche inappetente, cosa assai preoccupante rispetto alla sua solita famelicità verso ora di cena! La giornata si conclude quindi con una cena intima tra la Musla e suo cugino che, incurante delle ripetute osservazioni del cameriere del ristorante, da gattaro quale è, continua furtivamente a dare da mangiare ai numerosi mici che circondano il nostro tavolo!

Itinerario: Mea Sherim – Muro del Pianto – Via Dolorosa – Basilica del Santo Sepolcro

Pernottamento: YMCA Three Arches