Strada Bukhara-Shahrisabz 6Oggi ci svegliamo con una sorpresa poco gradita ed impensabile dopo i 32°C di ieri pomeriggio: piove e tira vento! Cambiamo abbigliamento (bene abbiamo fatto a fare una valigia che spazia dai pantaloncini corti alle felpe!) e ci incontriamo con Eldor e lo stagista alla volta di Samarcanda. Nel percorso attraversiamo un’infinita steppa intervallata da pochi piccoli villaggi e raggiungiamo Qashi, il luogo più vicino all’Afghanistan da noi raggiunto (siamo a circa 300 km). Piano piano che ci portiamo verso l’est del Paese la terra si fa meno arida e più verde; a differenza di ciò che accade nei dintorni di Khiva e Bukhara, notiamo che il paesaggio si arricchisce di onnipresenti mucche legate a bordo strada a pascolare e di vari animali, tra cui asini , cani, gatti, galline, etc. che vivono come allo stato brado. Ad ogni modo la situazione sembra meno degradata e disperata dell’ovest; nel collaudato sistema di comunicazione con la guida – dove il Muslo parla un po’ in francese, la Musla inglese ed Eldor risponde in un fluente francese misto a qualche rara parola di italiano, soprattutto nei momenti di massima incomprensione –  ci viene spiegato che le migliaia di casette che vediamo lungo le strade principali, tutte giallo ocra, identiche, composte da pianterreno e primo piano con profili bianchi, cancelletto e passo carrabile con accesso ad un piccolo giardinetto,  sono frutto di un piano del governo che ogni anno costruisce diecimila nuove case da assegnare a tasso agevolato a giovani coppie che poi potranno riscattarne la piena proprietà dopo 15 anni. Capiamo che l’eredità dell’Unione Sovietica, in questo, si fa sentire ancora molto: lo stato è presente e con fierezza Eldor ci dice che, nonostante la povertà, in Uzbekistan nessuno non ha un ‘tetto’ sotto cui dormire (dipende poi dall’accezione che a questo termine si vuole dare!).

Shahrisabz 17Dopo aver attraversato una campagna più verde e coltivata, dove le distese di piantagioni di cotone cominciano a prevalere sul resto, arriviamo a Shahrisabz, città natale di Tamerlano; subito pranziamo in un ristorante all’aperto in compagnia di Eldor. Data la temperatura piuttosto fresca, apprezziamo l’usanza uzbeka del thé caldo durante il pasto che gustiamo accompagnandolo a piatti vegetariani. Ci incamminiamo poi verso la visita dei monumenti per cui questo luogo è famoso: in primis il monumentale Ak-Saray (Palazzo d’Estate) di Tamerlano; dell’edificio originale, in realtà, non rimane molto, tranne il gigantesco pishtak (portale) alto 38 metri e ricoperto di splendidi mosaici non restaurati a disegni filigranati. Dopo la visita Eldor ci racconta che la città è stata oggetto di un deciso piano di ristrutturazione che ha visto la demolizione completa di maggior parte delle case di epoca sovietica per far spazio a nuove costruzioni: gli edifici che fiancheggiano il grande parco che porta alla moschea sono sì graziosi ma trasmettono un senso si estraneità e artificiosità al tutto. Sarà che il tempo è nuvoloso e che siamo praticamente soli a passeggiare per l’enorme distesa di aiuole fiorite che porta al mausoleo, ma ne ricaviamo una sensazione un po’ contrastante: edifici monumentali e magnifici da una parte contrapposti al razionalismo sovietico dall’altra! Nel mentre comincia anche a piovere e quindi ripartiamo, percorrendo una strada che regala davvero panorami entusiasmanti, salendo a tornanti attraverso verdeggianti zone montuose fino ad arrivare alla regione di Samarcanda. Quanto è distante il deserto di Bukhara!

Strada Shahrisabz-Samarcanda - Mercato 8Scollinando in cima alla montagna, ci fermiamo a un caratteristico mercato a bordo strada dove signore dai vestiti sgargianti vendono spezie (altrettanto colorate!), frutta secca e palline di formaggio (pensavamo fossero uova di quaglia!) tipiche della zona. Qui vi sono inoltre alcuni ristori che offrono un piatto locale a base di carne di montone cucinato nel forno tandoori: davvero affascinante e caratteristico! Ridiscendendo, incontriamo le solite mucche in strada (al pari dei bambini) e colorati banchetti che a lato strada vendono rabarbaro dalle coste rosso sgargiante. Tutto ciò assume sfumature davvero antiche, contadine e povere, ed ogni tanto ci fermiamo a pensare e capiamo veramente quanti anni luce sia lontana questa popolazione dalla nostra realtà quotidiana, nel bene e nel male. Verso sera raggiungiamo quindi la mitica Samarcanda (che è ad un’altitudine di circa 700 metri), un sogno che diventa realtà, un posto che si immaginava solamente presente nelle favole e nei racconti orientali e che ora finalmente è di fronte ai nostri occhi… grandi emozioni! Percorriamo ampi viali di alti platani della parte moderna della città (ora ci è chiaro perché Eldor, fin dall’inizio, abbia sostenuto che questa sua città natale ‘Il est la civilisation!’) fino a giungere al nostro hotel che si trova in un’ampia strada moderna non lontano dal centro.

G Samarcanda - Ristorante Karimbek 2Vista l’ora Eldor ci accompagna quindi in auto al ristorante ‘Karimbek’, nella zona russa, per cenare; il locale è molto frequentato da uzbeki (che qui vengono a celebrare compleanni, eventi, etc.) e da turisti; ha un’ampia sala in cui, tra i tavoli, si balla durante la cena. Per nostra fortuna, veniamo collocati a un tavolo al patio superiore, lontano dal frastuono e dalle danze del ventre che si svolgono nella sala sottostante! Ceniamo ottimamente e ai soliti prezzi imbarazzanti: tre birre, antipasti (patate con funghi e formaggio, patate con formaggio e cipolla), spiedino di pesce e patatine fritte, kebab e patatine, due dolci… per meno di un totale di 15 euro! Eldor torna a prenderci per riportarci in hotel; in realtà abbiamo insistito perché entrambi i nostri ‘angeli custodi’ cenassero con noi –  a nostre spese, beninteso… – ma forse il posto è un po’ troppo ‘pettinato’ per loro e quindi Eldor preferisce defilarsi adducendo alcune presunte commissioni da svolgere. Arrivati in camera litighiamo con la wi-fi (segnale quasi inesistente) e riusciamo a fatica a dare notizie di noi! Insomma, una giornata estenuante che ci vede esausti… inevitabilmente cadiamo subito nelle braccia di Morfeo!

Itinerario: Bukhara – Shahrisabz – Samarcanda

Pernottamento: Hotel Diyora