Dopo una colazione ricca e varia in hotel, saliamo su Tibi alla volta di Bahla per visitare il suo forte, patrimonio Unesco dal 1987: gironzoliamo all’interno delle sue mura in totale solitudine, probabilmente perché arriviamo prima delle 9 e ancora la ‘massa’ di turisti non si è mossa! Il forte si erge maestoso sull’abitato e sul souq che visitiamo subito dopo; a differenza di quello di Nizwa, questo è un vero e proprio mercato con bancarelle che vendono ogni cosa, dove molti locali si affaccendano negli acquisti in uno stato generale di disordine e un po’ di sporcizia. Bahla è un posto ‘particolare’ per gli omaniti che non vi risiedono: è nota come la città dei jiin, spiriti malvagi considerati responsabili di ogni disgrazia… poveri abitanti! Come è accaduto ieri, anche a Bahla ritroviamo quella sensazione di paese a noi così famigliare e per nulla scontato in questo sultanato. Dopo circa 20 chilometri giungiamo ad Al Hamra; visitiamo le rovine del vecchio villaggio in puro stile yemenita, parzialmente abitato e a tratti, invece abbandonato. I muri sono fatti di un impasto di terra e fieno che non possono che ricordarci quelli visti negli Stati Uniti nella zona di Sedona e dei pueblo. Aver visitato vari posti nel mondo fa sì che spesso riusciamo a trovare analogie tra luoghi apparentemente diversissimi e lontani anni luce, non solo a livello geografico ma anche culturale. Comunque, pur essendo molto scenografico e fotogenico, il villaggio sembra essere reduce da un catastrofico terremoto; è diroccato e abbastanza disastrato e soprattutto sporco con immondizia in ogni dove. A poca distanza visitiamo poi il grazioso villaggio di Misfat El Abreen, abbarbicato sulle pendici di Jebel Shams e completamente circondato da una lussureggiante vegetazione di palmeti, dovuta alla ricchezza d’acqua che consente un capillare sistema di canalizzazione per tutte le strade del paese; vi sono addirittura alcune vasche in cui entusiasti ragazzini omaniti si tuffano per combattere la calura. Grazie alla presenza di così tante piante ed acqua, il paese offre una piacevole frescura; è il primo luogo in Oman in cui leggiamo un cartello che invita i turisti ad vestirsi rispettando gli usi della popolazione locale: spalle e gambe coperte fino al ginocchio per uomini e donne e divieto di fotografare gli spazi privati. Riprendiamo Tibi e al suo interno consumiamo il nostro parco pranzo (che per fortuna si è arricchito dei datteri acquistati ieri!), parcheggiati all’imbocco della Valley Necrosis, una secca gola fiancheggiata da rocce scoscese e palmeti, alla maniera omanita! I locali, infatti, amano sostare nei posti più impensabili (anche a lato delle autostrade!) e spesso organizzano un picnic all’aria aperta per terra e con un telo tirato a fare da tovaglia!

Proseguiamo poi sulla impegnativa e lunga strada che, tutta curve, porta sui fianchi del Jebel Shams e rilascia meravigliosi punti panoramici sul Wadi Ghul, una profonda gola che viene definita il Grand Canyon d’Arabia; la strada è inizialmente asfaltata per poi trasformarsi in una sterrata alquanto difficoltosa che comunque Tibi percorre senza indugi, nonostante le buche e gli avvallamenti pronunciati sul percorso. Arriviamo oltre quota 2.000 metri e raggiungiamo alcuni belvedere da cui si possono ammirare le pareti rocciose che scendono a picco verso il fondo del canyon per poi giungere al piccolo villaggio di Al Khitaym; anche da qui si gode di una vista meravigliosa sulla vallata ma soprattutto diparte il famoso sentiero W6 Balcony Walk, che corre a mezza costa verso un paese abbandonato. E’ già pomeriggio inoltrato e il sole si prepara a calare; informati della sua pericolosità dopo averne letto sulla guida, non ce la sentiamo di imboccarlo benché il primo tratto, visibile a occhio nudo, sembri un tranquillo sentiero di montagna; ci limitiamo a contemplare la bellezza del posto in tutta tranquillità. Facciamo poi ritorno verso Nizwa, con la vista delle montagne che la circondano illuminate dalla calda luce del tramonto. Spettacolo! Stasera vi è la finale della Gulf Arabic Cup, incontro di calcio tra Oman ed Emirati Arabi, e già le pattuglie della polizia sono posizionate per scoraggiare comportamenti pericolosi e scongiurare incidenti in caso di festeggiamenti per la vittoria. La partita ha inizio e noi, nel mentre, ceniamo all’aperto nell’ottimo ristorante dell’hotel: due gustosi succhi di frutta,  l’immancabile hummus, due tipi di pasticcini salati ripieni con formaggio e olive e falafel, verdure al curry per la Musla e agnello grigliato per il Muslo, il tutto per la somma irrisoria di 7 OMR (circa 15 euro). Nella hall dell’hotel assistiamo alla lotteria dei calci di rigore, insieme ad altri turisti interessati ed alcuni addetti dell’hotel che esplodono in un grido di gioia quando l’Oman si assicura la vittoria! Anche in questa occasione capiamo quanto il sultano Sayyid Qaboos sia importante nella vita omanita e, soprattutto, quanto sia amato dal suo popolo: tutti i giocatori della nazionale, infatti, nell’occasione della premiazione indossano una maglietta che lo ritrae! Qaboos è davvero un regnante illuminato e grande padre dell’Oman.

Itinerario: Nizwa – Bahla – Al Hamra – Misfat El Abreen – Jebel Shams – Nizwa (Km. 208)

Pernottamento: Al Diyar Hotel