Ne siamo consapevoli, siamo particolari… ma una delle cose che desideravamo, almeno una volta nella vita, (o per essere più alla moda, una di quelle presenti nella nostra personale ‘bucket list’) era quella di festeggiare l’ultimo dell’anno in volo. Non lustrini e lenticchie ma solo un buon anno tra sconosciuti: e così è stato. Decolliamo infatti da Malpensa alle 21.30 alla volta di Muscat (dove il 2018 è iniziato quando noi ancora sorvoliamo il Veneto) e ci godiamo il nostro particolare cenone di capodanno seduti comodamente sul nostro volo OmanAir. Questa compagnia aerea dà la possibilità di acquistare con un sovrapprezzo gli ambitissimi posti vicino alle uscite di sicurezza che hanno il vantaggio di avere molto spazio in più per distendere le gambe… non sarà la business, ma davvero ci sentiamo privilegiati! Per di più noi abbiamo scelto il pasto vegetariano e questo implica un altro vantaggio: veniamo serviti subito prima di tutti gli altri passeggeri! Festeggiamo il capodanno sopra i cieli della Bulgaria godendoci lo spettacolo meraviglioso di una distesa di fuochi artificiali (come era avvenuto di ritorno dalla Russia sorvolando la Svizzera il giorno della festa nazionale elvetica). La Musla è praticamente incosciente quando scocca la mezzanotte italiana!

Sbarchiamo a Muscat alle 6.30 dove ci accoglie un piacevole tepore: nonostante avessimo seguito pedissequamente le istruzioni su internet per velocizzare le procedure per il visto (con tanto di pre-compilazione di un documento e presentazione di due fototessere) veniamo trattati al pari degli altri turisti e addirittura creiamo una sorta di caso quando presentiamo la nostra documentazione: ecco cosa si ottiene ad essere troppo zelanti! In ogni caso riusciamo a sgabbiare dopo aver versato 20 OMR (circa 43 euro a testa) e ritiriamo quindi il nostro Mitsubishi Pajero V6 all’autonoleggio: come sempre accade, battezziamo l’auto con un nome proprio: Tibi (a causa delle lettere della targa e alla difficoltà del Muslo di adattarsi in pochi secondi, dopo una notte in aereo, al cambio automatico e alla stazza del fuoristrada) a memoria di un bizzarro personaggio (in realtà una scimmia) di un famoso programma televisivo. Nonostante il gps, abbiamo molte difficoltà a trovare l’hotel: Muscat è caratterizzata da stradoni stile Los Angeles dai quali è difficile uscire e capirne la direzione, intere aree in costruzione e vie tonde chiamate tutte ‘way’. Purtroppo la camera non è ancora pronta e quindi, dopo una veloce rinfrescata per spazzare via la stanchezza accumulata e le poche ore di sonno, imbocchiamo nuovamente la Sultan Qaboos Street (la maggior arteria della capitale… poi, durante il viaggio, capiremo che in ogni luogo la via principale ha il nome dell’amatissimo attuale sultano che ha modernizzato il paese) alla volta di Muttrah, la vecchia Muscat, con la corniche (lungomare) che circonda tutto il golfo, caratterizzata da palazzi d’epoca e moschee con minareti slanciati, i forti a guardia della città, a cui fanno da sfondo le suggestive montagne. Qui sembra più di trovarsi in un villaggio di pescatori, piuttosto che in una capitale e passeggiare è un vero piacere. Ci immergiamo nella magica atmosfera del souq: freschi del viaggio in Uzbekistan dello scorso aprile, troviamo molte attinenze col mercato coperto di Bukhara. Tutto è pervaso dal profumo dell’incenso, bancarelle e ristoranti, che qui è un vero proprio tratto caratterizzante e non ha alcun legame con aspetti religiosi, come invece accade da noi. Muscat, comunque, ci stranisce un po’: è molto estesa (dal nostro hotel a Muttrah vi sono più di 20 chilometri) ma con un’identità non chiara forse a causa del veloce sviluppo edilizio in anni recenti che vede molte aree in costruzione apparentemente senza un preciso disegno urbanistico. Non esiste un vero e proprio centro ma solo diversi sobborghi che la compongono, molti con bei palazzoni moderni circondati da lotti ancora vuoti in terra battuta.

Facciamo ritorno all’hotel e ci riposiamo sulla terrazza con piscina dell’hotel; il sole è caldo e scotta ma appena si alza un filo d’aria o si va all’ombra il fresco si fa sentire. Dobbiamo ancora acclimatarci! Dopo il tramonto, sfoghiamo le nostre velleità fotografiche sulla scenografica Mohammed Al Ameen Mosque, scenograficamente illuminata e sita su una collina che domina la città. Uno spettacolo davvero meraviglioso! Da qui si scorgono le decine di gru al lavoro sulle nuove costruzioni, per la maggior parte non sul mare ma all’interno: a differenza di quello che accade da noi, qui il mare (o anche la sua semplice vista) non sembra interessare a molti.

Concludiamo questa giornata infinita in uno dei ristoranti che entrerà con merito nella nostra personale top ten: il ‘Kargeen Restaurant’ nell’esclusiva area di Madinat As Sultan Qaboos in cui si trovano splendide residenze e ambasciate (compresa, ovviamente, quella italiana). Il ristorante occupa una vasta area tra giardini con giochi di luci e sale ammobiliate elegantemente, tutto pervaso dall’inebriante profumo dell’incenso. Il menù offre una varietà di cibi impressionante (compresa un’invitante pizza italiana al forno) e noi ovviamente iniziamo ad immergerci nella deliziosa cucina mediorientale: pane ai falafel e alla brace, falafel, hummus (eccezionale!), crepes ripiene di verdure e formaggio per il Muslo e una maestosa grigliata di pesce per la Musla con gamberoni, pesce spada ed altro. Il tutto accompagnato da acqua in quanto solo pochi hotel internazionali hanno la licenza per commercializzare alcolici; anche se facilitati dalla mancanza di vino, non riusciamo a finire questo ben di Dio e nemmeno a ordinare i prelibati dolci…

Itinerario: Milano Malpensa => Muscat

Pernottamento: Centara Muscat Hotel