Val Gardena

 

Racconto

Periodo: 8 - 10 luglio 2011

Itinerario: Santa Caterina di Val Gardena - Monte Pana - Monte Seura - Col de Mesdì - Rifugio Murmeltier - Plan de Cunfin - Selva di Val Gardena - Ortisei - Lago di Caldaro

Pernottamento: Hotel Cristallo a Santa Caterina di Val Gardena

Weekend all’insegna del relax mentale e del benessere fisico, quello trascorso in Val Gardena dai Musli! Arriviamo nel tardo pomeriggio a Santa Cristina di Val Gardena dove si trova la nostra sistemazione: a differenza dell’abituale attitudine a sentirci il più liberi possibile, questa volta optiamo per la formula mezza pensione per poterci rilassare completamente, non dovendo nemmeno girare per scegliere un ristorante! Subito veniamo impressionati dall’affascinante spettacolo del Sassolungo che si erge maestoso proprio di fronte al paese. Camminiamo per la via principale (e praticamente unica) di Santa Cristina, apprezzando fin da subito la classica architettura tirolese che fa sembrare ogni edificio una casa delle bambole e, armati di cartine, pianifichiamo la gita dell’indomani! Dopo cena ci concediamo una passeggiata per il paese: che piacere indossare una felpa pensando che in pianura, anche la sera, si sfiorano i 30 °C mentre qui l’aria è pura e frizzante! I Musli sono davvero sereni!

Sabato mattina, dopo una colazione sostanziosa, ecco iniziare la nostra escursione: prendiamo prima la seggiovia che sale agli oltre 1.600 metri del Monte Pana (da cui godiamo di un panorama davvero stupendo che spazia per tutta la valle) e poi da qui quella che si inerpica fino al Monte Seura a quota 2.025 metri. Da qua iniziamo a macinare metri prima in una sorta di alpeggio erboso e poi salendo per il sentiero 526 B per circa 15 minuti fino alla sella del Col de Mesdì (ca. 2.080 metri), dove svoltiamo sul 527: i Musli sono tonici, la Musla si aiuta con le racchettine saggiamente acquistate per l’occasione mentre il Muslo, dotato del suo nuovo super-obiettivo Canon, si diverte a scattare foto. Il tempo è davvero glorioso, giusto sfondo allo spettacolo che ci offrono le Dolomiti. Percorriamo lungamente il 527 a buon passo, fermandoci però di tanto in tanto per apprezzare quello che ci circonda: deviamo sul 9A e, un po’ stanchi, giungiamo infine al Rifugio Murmeltier, dove premiamo e rinfranchiamo il nostro corpo con piatti locali (kaminwurz, formaggi d’alpeggio e patate arrosto). Finora abbiamo percorso 5 km: percorso pianeggiante in termini assoluti ma con molti dislivelli in salita e discesa.
Ci sdraiamo nell’immenso e verdissimo prato che circonda il ristoro e davvero pensiamo di aver trovato la pace dei sensi! Il sole caldo spunta tra le nuvole bianchissime che si muovono velocemente in un cielo blu cobalto e la vista che si apre davanti a noi sul Sasso Piatto è di incomparabile bellezza; gli unici rumori che interrompono il suono del vento sono quello dei campanacci delle mucche al pascolo e i fischi delle marmotte in lontananza. Purtroppo il tempo è tiranno e i Musli devono rimettersi in marcia perché la strada da percorrere è ancora molta e l’appesantimento del pranzo non gioca a favore!
Ripercorriamo a ritroso tutto il sentiero 527, giungendo infine e dopo una faticosa e irta salita al bivio che porta al Rifugio Vicenza: noi pieghiamo invece sullo stradone 525 che scende con pendenza davvero alta fino alla piana della zona del Plan de Cunfin: ah, come rimpiangiamo la salita! Le giunture delle ginocchia sono doloranti per lo sforzo così come i piedi della Musla che, come previsione, inizia a desiderare ardentemente di metterli a bagno nella piscina dell’hotel; ma il percorso è ancora molto lungo! La fatica non ci impedisce però di ammirare il paesaggio da favola che si apre intorno a noi: pascoli infiniti in cui brucano pacifiche le mucche! Dopo la piana, il sentiero, per fortuna, si fa più dolce fino a diventare una vera e propria sterrata all’ombra dei boschi che ricoprono il monte: arriviamo alla meta della nostra gita (la seggiovia del Monte Pana che ci riporterà a Santa Cristina) un po’ esausti ma felici. Abbiamo percorso altri 7,8 km con un dislivello in discesa di ben 700 metri: la stanchezza è comprensibile per i due Musli, poco abituati a queste distanze e pendenze! La sauna prima e un veloce bagnetto nella piscina interna all’hotel sono per i due un vero e proprio toccasana! Dopo cena, ancora due passi e poi riposo!

Purtroppo il nostro weekend volge al termine, proprio ora che iniziavamo ad acclimatarci all’altitudine! Esploriamo un po’ le alture di Santa Cristina e successivamente visitiamo prima Selva e quindi Ortisei; quest’ultima si dimostra essere il paese più grande, più vivo e con più negozi; i Musli non si fanno scappare l’occasione e acquistano speck e kaminwurzen! In più c’è anche la sagra del paese: la banda suona e per le strade incontriamo numerose persone vestite in abiti tradizionali, davvero caratteristico! Man mano che scendiamo verso valle, abbandoniamo, ahimè, la fresca temperatura dei monti per calarci nella calura della pianura altoatesina! Ben 35°C! Decidiamo di fare una sosta per il pranzo presso il lago di Caldaro: usciamo a Bolzano Sud e percorriamo la stupenda Via del Vino, tra le colline coperte da infiniti filari di vite che ci fa sembrare di essere nel Chianti piuttosto che in Sud Tirolo! Giungiamo a San Giuseppe al lago con la convinzione di trovare un luogo tranquillo, silenzioso e pressoché deserto sulle sponde di questo lago minuscolo di cui avevamo sentito parlare solo per il vino. Niente di più sbagliato! Il caldo si fa quasi insopportabile quando cerchiamo di parcheggiare la macchina in uno degli immensi e affollatissimi parcheggi presso il lago: inaspettatamente ci troviamo in una sorta di grande villaggio turistico comprensivo di piscine, lidi attrezzati, ristoranti e mini market pressoché totalmente frequentato da tedeschi! Una sorta di piccola Rimini sudtirolese! Il lago è effettivamente carino, ma i suoi prati, almeno nella sponda dove ci troviamo noi, sono affollati di asciugamani simili al gioco del tetris e vi sono pedalò, surfisti e bagnanti in ogni dove! Dopo un’insalata e un gelato decidiamo di abbandonare quella che pensavamo essere un’oasi di pace, in cui avremmo potuto fermarci qualche ora prima di tornare a Milano.. Già abbiamo nostalgia del panorama del Sasso Lungo e della serenità che abbiamo respirato in Val Gardena!

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