Roma - IBI 2016

 

Racconto

Periodo: 13 - 15 maggio 2016

Pernottamento: Casa di Giampiero a Collina Fleming

Tornare a Roma è sempre un’esperienza emozionante ma questa volta lo scopo principale della nostra visita non è tanto fare i turisti nella ‘città eterna’ ma, per la prima volta nella nostra vita, assistere alle partite degli Internazionali di Tennis al Foro Italico che si svolgono ogni anno in questo periodo di maggio. Per scongiurare eventuali slittamenti delle partite per il maltempo e avere più flessibilità di movimento, optiamo di partire in macchina e percorrere i quasi 600 km che separano le due principali città italiane; il viaggio è lungo e si ha la sensazione di non arrivare mai, soprattutto quando scorgiamo correre parallelo all’autostrada il treno ad alta velocità che ci saluta e se ne va! Ma la macchina è preziosa e lo diventerà ancor di più nel ritorno previsto di domenica.

Giungiamo a Roma nel primo pomeriggio e incontriamo Giampiero, l’eccentrico padrone di casa della nostra sistemazione in zona Collina Fleming; è molto cortese e, dopo averci accolto con un aperitivo di benvenuto, ci comunica  che, tra le altre cose, possiamo disporre di due biciclette per muoverci sulla vicina pista ciclabile che corre lungo il Tevere fino a Città del Vaticano. Non ce lo facciamo dire due volte e ci mettiamo a pedalare immediatamente nel tiepido pomeriggio romano; ma poco dopo ci accorgiamo che andare in bici a Roma non è impresa facile, sotto molti punti di vista: è tutto un sali e scendi che mette a dura prova le nostre gambe (nonostante siamo abituati alle colline varesotte!) e se non si rimane sulla ciclabile gli automobilisti sono alquanto irrispettosi sia dei pedoni sia dei velocipedi. Passato Ponte Milvio (famoso per i lucchetti degli innamorati), percorriamo l’infinito viale Angelico e quindi decidiamo di lasciare le bici legate ad un palo a Ottaviano (nonostante il terrorismo psicologico di Giampiero  - “qui le bici vanno via come panini”); salutiamo brevemente il Cupolone e ci dirigiamo verso Trastevere a piedi. Roma ti avvolge con la sua maestosità e la sua bellezza di altri tempi ma rattrista vedere il completo abbandono in cui versa in termini di decoro urbano e cura degli aspetti estetici: marciapiedi disastrati, strade come gruviera, sporcizia un po’ ovunque e aiuole come nella foresta amazzonica. Raggiunto il Lungotevere ci fermiamo a prendere un aperitivo quando è il tramonto e con di fronte l’Isola Tiberina in tutto il suo splendore: l’atmosfera che si respira è magica, indescrivibile a parole, una sensazione, ipotizziamo, simile al mal d’Africa… Trastevere, poi, ne è veramente la sintesi perfetta!
Dal momento che amiamo sì sperimentare e vedere posti nuovi, ma ci piace anche ritornare nei luoghi in cui in passato siamo stati bene, scegliamo per la cena ‘La Taverna de’ Mercanti’, meraviglioso ristorante in una tranquilla piazzetta in cui, grazie anche al fuoco delle torce che la illuminano, sembra di essere catapultati in un’altra epoca. Il clima è ancora fresco e decidiamo di cenare all’interno, dove il locale si dimostra essere ancora più suggestivo della parte esterna. Un litro di rosso, una classica amatriciana per il Muslo, pasta fresca al taleggio e tartufo per la Musla e per finire due bruschette… tutto fantastico, per concludere questa lunga e faticosa giornata!

Sabato ci svegliamo… sotto il diluvio!! Speranzosi che Roma ci regali il clima per cui è famosa, ci avviamo a piedi lungo la ciclabile fino al Foro Italico: il complesso è davvero monumentale, di chiara architettura fascista e ricorda vagamente, in dimensioni molto più estese, il nostro Lido di Milano. Qui trovano spazio il complesso tennistico, varie piscine, il famoso Stadio dei Marmi e lo stadio Olimpico. Arriva l’ora del primo incontro e continua a piovere senza pietà (ci viene il dubbio di esserci portati appresso il clima del Verbano!), così noi trascorriamo il tempo tra i vari stand a tema montati per l’evento e i gazebo mangerecci. Incontriamo anche i nostri amici Francy e Luca che sono giunti in mattinata in treno da Milano. Con loro condividiamo la frustrazione del momento: siamo qui dalle 10 e riusciamo finalmente ad entrare al Centrale per il primo match solo dopo ben 5 ore!! E’ comunque un’emozione forte trovarci in un luogo visto così tante volte in tv; rimaniamo inoltre piacevolmente sorpresi di come si veda bene il campo di gioco che appare relativamente vicino. A causa del maltempo cambia il programma della giornata e delle tre partite iniziali che avremmo dovuto vedere riusciamo a godercene solo due, più volte interrotte a causa di continui scrosci d’acqua… Ma noi non ci scoraggiamo e siamo comunque felici di aver potuto apprezzare il gioco di Murray e Serena Williams (che guarda caso, l’indomani, risulteranno poi i vincitori del torneo). Dopo una doccia calda ritemprante, ancora fuori alla ricerca di un ristorante in zona Fontana di Trevi: ceniamo bene all’ ‘Hostaria Rasella’ ma paghiamo lo scotto della vicinanza ai monumenti del centro di Roma… 7 euro per una ‘fesina’ di torta alla fragola paiono davvero troppi!

Domenica ci svegliamo con un bel sole (aarrghhhh…) e con un po’ di tristezza; proprio quando iniziavamo ad orientarci bene nella zona, lasciamo il nostro appartamento di Collina Fleming e ci immettiamo nel traffico romano sempre caotico, nonostante non sia un giorno lavorativo. Visitiamo il quartiere Coppedè, vera e propria chicca all’interno del quartiere Trieste: è un insieme di eleganti ed imponente palazzi e curatissimi villini con giardino disposti intorno al nucleo centrale di piazza Mincio. Sono stati costruiti intorno al 1920 e, a nostro parere, formano una delle zone più belle, silenziose e signorili dell’intera città.. sembra di essere in una dimensione parallela e forse per questo la zona è stata scelta come sfondo per alcuni film, tra cui alcuni di Dario Argento. Trascorriamo poi un’ora abbondante nel traffico tentacolare della zona intorno al Colosseo (sfortuna vuole che vi sia una manifestazione sportiva e che molte strade siano chiuse) fino ad arrivare all’EUR, complesso progettato negli anni trenta del secolo scorso in previsione di un'Esposizione Universale mai svoltasi; sembra sia una zona residenziale alquanto rinomata (addirittura qui dovrebbe aver casa il Pupone!) ma a noi appare un po’ dispersiva e troppo lontana dal centro, nonostante vanti monumenti di grande fascino, quali per esempio il bellissimo palazzo della Civiltà Italiana.
Percorriamo quindi la famosa arteria che porta al Lido di Ostia, immaginando cosa deve essere d’estate! Pranziamo ottimamente nel ristorante spagnolo ‘Don Pepe’ con vista mare a base di tapas e ovviamente un bel litro di sangria: la spiaggia sabbiosa e molto ampia è già attrezzata con lettini ed ombrelloni e non fatichiamo a figurarci quanta gente deve esserci nei weekend estivi!
Chiudiamo qui la nostra parentesi romana e riprendiamo la macchina puntando dritti a nord, incontrando di volta in volta sole e violentissimi acquazzoni. Usciamo a Sasso Marconi e ci avventuriamo per strette e ripide strade di montagna verso Zocca, patria natia del nostro amato Vasco. Ciò che circonda è davvero stupendo, boschi e verdi colline con scorci panoramici sulla pianura sottostante… Giungiamo nei pressi del casa del Blasco, dove è tutto colorato con scritte dei suoi fan, dal cancello e i pilastri della sua casa (una villetta abbastanza anonima, considerando di chi stiamo parlando!) all’asfalto della strada. Anche se lui ovviamente non è in casa (pare si faccia vedere poco e soprattutto d’estate), l’emozione è forte, pensando che ci troviamo nel paese che ha visto nascere il nostro mito e ispirarne alcune canzoni (“Ma fuori c'è la festa del paese e vado a fare un giro, non l'ho neanche detto, che già mia madre mi corre dietro con il vestito nuovo…”). Una buona pizza in un ristorante di poche pretese nella via principale di Zocca, in cui ovviamente campeggiano foto e dediche del suo cittadino più famoso, conclude questa giornata… peccato che manchino oltre 200 km a Milano e a Morfeo!!

 

 

Immagini