Napoli

 

Racconto

Periodo: 13 - 15 novembre 2010

Itinerario: Quartieri spagnoli - Castel Sant'Elmo - Lungomare via Caracciolo - Castel dell'ovo - Maschio Angioino - Spaccanapoli - Monastero di Santa Chiara - Via San Gregorio Armeno - Duomo - Posillipo

Pernottamento: Hotel Toledo

Arriviamo a Napoli di buon mattino e subito sperimentiamo la famosa spregiudicatezza dei suoi taxisti nel percorso tra l’aeroporto e l’hotel; tra manovre al limite del lecito, frequenti suonate di clacson e interpretazione personale del colore dei semafori, giungiamo al nostro hotel e immediatamente entriamo in contatto con uno dei quartieri più caratteristici della città, i Quartieri Spagnoli, in quanto la nostra sistemazione si trova strategicamente a pochi passi da via Toledo che scopriremo essere una sorta di versione più colorita e folkloristica del milanese C.so Buenos Aires.
Dopo qualche utile dritta del simpatico e solerte proprietario dell’hotel e una puntatina in Galleria Umberto I (molto simile, anche se in scala ridotta, della nostra Vittorio Emanuele), saliamo sulla funicolare Centrale che collega il quartiere San Ferdinando ed il Vomero, quest’ultimo quartiere residenziale e benestante dalla cui sommità (Castel Sant’Elmo) si gode un meraviglioso panorama della città: purtroppo il tempo è un po’ uggioso e il Vesuvio rimane ‘incappucciato’ in una coltre di nubi, ma la vista vale comunque il viaggio! Benché ci troviamo in uno dei quartieri più eleganti di Napoli, purtroppo vediamo molta sporcizia in giro, scritte sui muri e immondizia ammonticchiata sui marciapiedi e agli angoli delle strade: ciò sarà una costante nel nostro soggiorno napoletano, sia negli stretti vicoli della città vecchia sia in zone eleganti e turistiche come via Chiaia e Posillipo, dove ci si aspetterebbe un po’ più di decoro. Inizialmente tutto questo ci lascia abbastanza attoniti ma dopo qualche ora iniziamo a farci l’abitudine e riusciamo quindi ad apprezzare al meglio ciò che Napoli offre in termini di palazzi storici, monumenti e atmosfera , al di là di quello che giace sui suoi marciapiedi.
Prendiamo quindi la funicolare di Chiaia e giungiamo al parco della Villa Comunale e poi finalmente al mare! Anche se il cielo è grigio e fa tutt’uno col mare, il panorama che si apre davanti a noi è davvero molto bello: a sinistra la collina di Posillipo e il porto di Mergellina, a destra l’imponenza delle mura color ocra di Castel dell’Ovo, dove ci dirigiamo per il pranzo. La temperatura davvero mite ci permette di goderci una caprese (il sapore della mozzarella di bufala non si può descrivere!) in un tavolino all’aperto in riva al mare... e pensare che siamo a metà novembre! Risaliamo verso Piazza del Plebiscito e qui vicino ci gustiamo un caffè elaborato (panna, cacao, etc.) alla caffetteria-pasticceria Gambrinus, vera e propria istituzione in città.
Girare per le vie di Napoli risulta, soprattutto per il Muslo (che è golosissimo di dolci), una continua tentazione fatta di babà, sfogliatelle e cannoli alla quale è davvero difficile resistere. Provati dall’alzataccia nel freddo padano e successivamente dai chilometri percorsi a piedi per la città, prima visitiamo Castel Nuovo (o Maschio Angioino) e quindi decidiamo saggiamente di tornare al nostro accogliente hotel a riposare le nostre stanche membra in vista della cena che consumiamo in uno dei ristoranti più rinomati di Napoli, da ‘Ciro a Santa Brigida’. Il tavolino che ci viene assegnato è dolcissimo, a lume di candela su un ballatoio al primo piano. Gustiamo squisite specialità locali: gnocchi alla sorrentina, fritto misto (mozzarelline, crocchette, zucchine e carciofi) e pastiera finale per il Muslo, caserecci alla pescatora e frittura di calamaretti per la Musla, il tutto accompagnato da una bottiglia di Falanghina. Una cena davvero ottima! Ci stupiamo degli strani movimenti che si svolgono in strada sotto di noi e il cameriere ci spiega che i bizzarri personaggi che gesticolano animatamente in strada sono da generazioni (!!) parcheggiatori abusivi che gestiscono a turni lo spazio-parcheggio della via: i Musli strabuzzano gli occhi e si fanno una risata!
Giusto per smaltire i bagordi gastronomici, decidiamo di avventurarci in un’escursione serale nei Quartieri Spagnoli; le stranezze sono tante: dai panni stesi da una parte alll’altra dei vicoli ai palazzi bellissimi, quasi nobiliari, lasciati andare e con facciate che portano tutti i segni del tempo. Non abbiamo mai, però, la sensazione di trovarci in pericolo o in situazioni ‘poco chiare’, se non nel momento in cui un cane ringhioso esce improvvisamente da una casa e poco manca che ci sbrani… la Musla rimane scossa dall’episodio finché non si abbandona tra le braccia di Morfeo!

Oggi il tempo è migliore! Quando ci svegliamo, dalla nostra finestra ci accorgiamo che la vita già ferve nel nostro vicolo. Usciti percorriamo tutta via Toledo fino ad imboccare Spaccanapoli, famosa arteria che, cambiando più volte nome, ‘spacca’ appunto la città in due parti. Qui ci immergiamo completamente nell’atmosfera più folkloristica e ‘pulcinelliana’ della città: un fiume di gente si muove tra i caffè e i negozi di chincaglierie natalizie (onnipresenti sono le statuine per i presepi) in un delirio di voci e colori. Troviamo un po’ di pace presso il complesso monastico di Santa Chiara, seduti nel suo silenzioso chiostro ricco di maioliche spagnoleggianti.
Ci tuffiamo nuovamente nella folla di via San Gregorio Armeno, vera e propria mecca degli appassionati di presepi. Un po’ frastornati e dopo una breve visita al Duomo (dove si svolge ogni anno il famoso miracolo di San Gennaro), ci riposiamo in un’osteria in via De Pretis, mangiandoci due bruschette e l’immancabile squisita caprese! Proprio durante l’ora di pranzo la squadra di calcio del Napoli gioca in trasferta e tutta la città sembra catalizzata per questo evento: ovunque c’è una televisione che trasmette la partita; si formano capannelli di gente vociante e inneggiante la squadra: una vera e propria fede!
E’ primo pomeriggio, il sole è caldo, il cielo di un bell’azzurro e quindi decidiamo di avventurarci alla scoperta di Posillipo: farlo senza una macchina è impresa ardua ma i Musli non si formalizzano e dopo vari cambi di autobus, una non prevista puntatina a Bagnoli (decadente zona industriale che non è certo méta turistica imperdibile!) giungono finalmente a Capo Posillipo, presso Villa Volpicelli. Qui il panorama è da cartolina: abbiamo davanti tutto il Golfo di Napoli, la città con la collina del Vomero, il Vesuvio e, in lontananza, tutta la costa che discende verso sud fino a raggiungere la penisola sorrentina; uno spettacolo al tramonto con colori e profumi suggestivi! Non senza qualche difficoltà (autobus a ritmo ridotto) e dopo un po’ di ‘sano’ shopping in via Toledo, torniamo in hotel per una doccia, per poi riuscire velocemente alla volta della Antica Pizzeria Brandi, in una traversa di via Chiaia. Qui si dice che nel lontano 1889 sia nata la pizza margherita, così chiamata appunto in onore della regina Margherita di Savoia. Il locale è molto bello, corredato dalle foto di tutti i personaggi famosi che da qui sono passati. Deliziamo il nostro appetito con un antipasto di formaggi locali e due immancabili pizze margherita, accompagnati da canzoni napoletane suonate da due cantori con chitarra e mandolino, per la gioia dei tanti stranieri presenti, quasi a confermare l’immagine dell’Italia all’estero: pizza e mandolino! Per completare questa serata all’insegna della più classica napoletanità non poteva mancare una sosta al Caffè del Professore per due deliziose sfogliatelle.
Napoli è certamente una città affascinante, viva e dalle mille contraddizioni; si ha la sensazione di vivere perennemente sul palcoscenico di in una commedia, dove gli attori sono gli stessi abitanti che, da un balcone all’altro, in mezzo alla strada o in un bar urlano frasi per noi quasi incomprensibili nel loro tipico dialetto . Il folklore e il colore non sono cercati né artefatti, fanno semplicemente parte dell’essere napoletano! ‘Napule è mille culure…’

 

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